Nel tumulto delle vicende di Terra Amara, due figure ambiziose emergono e si tingono di sfumature di avidità e inganno. Betul danza sull’orlo di una gioia nefasta, credendo di essere oramai a un passo dalla cornucopia di ricchezze che tanto desiderava. Dopo un evento sconvolgente che ha lasciato le strade di Cukurova con l’eco di uno sparo mortale, le cose sembrano prendere una piega favorevole per lei. Colak, o meglio ciò che resta di lui, diventa il fulcro di un dramma che ha tutti i contorni di una tragedia shakespeariana.
Ma attenzione, avidi lettori, perché quello che a prima vista sembra un capitolazione, si trasforma in una vendetta ben orchestrata. Betul, da pupilla rapace, assume le fattezze di una sedicente vedova addolorata, ma sotto quella maschera di dolore si cela l’impazienza di contare le monete dell’eredità . La sua ansia sfrenata trabocca quando si presenta in ritardo al funerale di suo marito e recita un monologo di presunto cordoglio. Intanto, insidiosa come un cobra, si insinua nella villa che pensa di poter chiamare sua, solo per scoprire che il corvo che credeva di aver seppellito sta per spiccare un nuovo volo.
Il ritorno di Colak e lo spavento di Sermin e sua figlia
In un rovesciamento della sorte che pare tratto dalla più brillante delle opere teatrali, l’avvocato diviene il portavoce di una verità glaciale che frantuma i sogni di Betul, lasciandola a rincorrere l’illusione di un matrimonio mai esistito agli occhi dell’ingannevole snodo legale. Nel suo disperato tentativo di manipolare la realtà , offre persino cifre esorbitanti per falsificare documenti, ma è già troppo tardi.
La scacchiera cambia pezzi e il re che sembrava caduto riprende il suo posto, con Colak che si palesa vivo e schernisce la sua consorte giocatrice. La vendetta diventa spettacolo e Betul, insieme a Sermin, è costretta a ingoiare l’amara pillola dell’umiliazione di fronte all’intero Cukurova, mentre le voci concitate e gli insulti piovono su di loro.
I due artisti della truffa e dell’egoismo, Betul e Sermin, attraversano le stagioni di Terra Amara come due personaggi monolitici che, a differenza di altri con storie di redenzione come Demir, Hunkar e Gaffur, hanno sempre perseguito il loro scopo indefesso del guadagno facile. Mentre il sipario si sta abbassando sulla saga, per loro non sembra esserci alcuna possibilità di riscatto, lasciando un retrogusto di cinismo che aleggia nell’aria di una Cukurova sempre pronta a giudicare.
Ecco la trama che si snoda, amorevole pubblico, con Zuleyha che pone il sigillo su questa rappresentazione dicendo a Betul con un fil di voce che trasporta un mondo di significati: “Hai visto chi è la signora di Cukurova?”. Una domanda retorica che echeggia come un presagio attraverso i cuori di quanti seguono questo intreccio di passioni e inganni.