La bambina con la valigia: la storia dimenticata di Egea Haffner e l’esodo istriano che commuove l’Italia

Lunedì 10 febbraio 2025, alle 21.30, andrà in onda su Rai 1 il film “La bambina con la valigia”, un’opera che mette in luce una parte della storia italiana poco conosciuta ma di grande significato. Racconta il dramma personale di Egea Haffner, una bambina costretta a lasciare la sua terra natale, e al contempo rappresenta la sofferenza di un intero popolo dimenticato.

Il contesto storico e il dramma dell’esodo

La storia inizia nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel 1944, a Pola, un’importante città portuale nell’Istria. In questo periodo, gli Alleati bombardano la città, ma per Egea, che cresce serena tra la gioielleria del padre Kurt e la villa dei nonni, la vita sembra ancora magica. Tuttavia, tutto cambia nel maggio 1945, quando i partigiani comunisti di Josip Broz Tito prendono il controllo dell’Istria. Questo evento segna l’inizio di un’occupazione violenta, caratterizzata da arresti e deportazioni di chi non è considerato favorevole al nuovo regime.

Egea vive un trauma inaccettabile quando, una notte, alcuni uomini in divisa bussano alla porta di casa: il padre Kurt viene portato via sotto la scusa di un interrogatorio, per non farvi mai più ritorno. La scomparsa di Kurt segna l’inizio di un incubo per la famiglia.

La bambina con la valigia: la storia dimenticata di Egea Haffner e l’esodo istriano che commuove l’Italia

Le conseguenze della guerra

Con il passare del tempo, si diffondono voci terribili sul destino di Kurt; si sospetta che possa essere stato gettato in una foiba, una delle voragini carsiche utilizzate dagli jugoslavi per eliminare i presunti oppositori. Di fronte a questo clima di terrore crescente, Ersilia, madre di Egea, è costretta a prendere una decisione difficile: abbandonare la loro casa e cercare rifugio a Bolzano, dove Egea sarà accolta dalla nonna e dalla zia.

Egea, ora profuga, affronta una nuova realtà. La madre decide di ricominciare la propria vita in Sardegna, aprendo un negozio di parrucchiera per diventare indipendente dalla famiglia del marito. Così, la piccola vive un’ulteriore separazione dal suo passato, poiché si adatta a una nuova vita lontana da ciò che ha sempre conosciuto.

Un’icona di memoria storica

Nata a Pola il 3 ottobre 1941, Egea Haffner è diventata un simbolo della tragedia dell’esodo istriano-dalmata. Il 6 luglio 1946, poco prima di lasciare definitivamente Pola, suo zio la fotografa con un ombrellino e una valigia, sulla quale è scritto “ESULE GIULIANA 30.001”, rappresentante i 30.000 italiani di Pola costretti a fuggire. Alla fine, saranno circa 29.000 quelli che lasceranno la città, confermando la drammaticità del momento storico.

Dopo l’esodo, Egea cresce a Bolzano, accudita dalla famiglia, e con il passare degli anni diventa testimone attiva della memoria collettiva degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Nel 1997, la sua immagine viene scelta come manifesto per la mostra “Istria – I volti dell’esodo 1945-1956”, trasformandosi in un simbolo di una diaspora dimenticata.

Conclusione

Oggi, Egea Haffner vive a Rovereto, circondata dall’affetto dei suoi cari. La sua storia rappresenta un avvertimento affinché tali tragedie non vengano mai più rimosse dalla coscienza collettiva italiana. Il film “La bambina con la valigia” non è solo un’opera cinematografica, ma un invito a conoscere e ricordare una parte oscura della nostra storia.


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