Mauro Coruzzi, conosciuto al grande pubblico come Platinette, ha recentemente condiviso la sua toccante esperienza dopo aver subito un ictus due anni fa. Durante un’intervista a Verissimo, condotto da Silvia Toffanin, ha rivelato le difficoltà e le sfide che ha affrontato nel suo percorso di recupero.
La lotta contro l’ictus
Coruzzi ha descritto il momento in cui ha subito il colpo: “Immagina di perdere all’improvviso capacità che credevi fossero parte di te. Dopo una vita passata nel mondo della radio, trovarmi incapace di parlare è stato devastante.” Ha parlato di giorni di ansia e incertezza sul futuro, descrivendo il suo stato come quello di “un giocatore bloccato senza gambe”. Questo evento è stato per lui come ritornare a essere bambini, affrontando nuovamente la riabilitazione fisica e del linguaggio.
Un percorso lungo e difficile
Il ricovero di Coruzzi è durato oltre due mesi, un periodo segnato da intense sedute di riabilitazione. “A volte mi inceppo, sembro una macchina che si ferma”, ha spiegato, accennando alle difficoltà che ha dovuto affrontare anche durante l’intervista stessa. Ha sottolineato quanto sia stata fondamentale la presenza di un fisioterapista, che ha riconosciuto i segnali critici prima che fosse troppo tardi.

Prevenzione e consapevolezza
Coruzzi ha voluto fare un appello alla prevenzione dell’ictus, definendolo “un feroce rapinatore di benessere”. Ha indicato alcuni fattori chiave da monitorare: il controllo del peso, della pressione sanguigna e della gestione dello stress. “Troppo lavoro può portare a preoccupazioni eccessive, che sono nemiche della salute”, ha avvertito. Questo messaggio di consapevolezza è cruciale, considerando che l’ictus colpisce molte persone ogni anno.
Riflessioni sulla vita personale
Un altro tema emerso durante l’intervista è stata la vita privata di Coruzzi. Ha rivelato di non avere attualmente una vita affettiva attiva, lamentando che l’ultima relazione risale a circa 15 anni fa. Ha descritto come l’amore possa essere complesso e a volte opprimente, citando Barbara Alberti: “L’amore è per i forti, tutto il resto è coppia.” Questo riflette un senso di introspezione, in cui Coruzzi si trova ora a riflettere su se stesso e sul suo valore personale.
Un pensiero per la sorella
Infine, Coruzzi ha condiviso il suo dolore per la malattia della sorella, affetta da Parkinson. Ha ricordato com’era ai suoi vent’anni, libera e moderna, e come la malattia abbia stravolto questa immagine. Il suo desiderio di aiutare la sorella con terapie alternative non ha avuto successo, e oggi vive lontana da lei, rendendo ancora più difficile affrontare questa situazione. “Dobbiamo solo accettare il nostro destino”, ha concluso, esprimendo una profonda saggezza e resilienza.
Punti chiave dall’intervista
- Importanza della consapevolezza dei sintomi dell’ictus.
- Necessità di monitorare peso, pressione e stress.
- Riflessioni personali su amore e relazioni.
- Connessione emotiva con familiari malati e difficoltà di accettazione.
Queste esperienze di Mauro Coruzzi offrono uno spaccato significativo sulle sfide quotidiane affrontate da chi si trova a dover convivere con le conseguenze di un ictus, ma anche sul potere della resilienza umana in momenti di crisi.