Recentemente, la giuria ha assolto M. Night Shyamalan e il team di autori della serie “Servant” dalle accuse di plagio sollevate dalla regista Francesca Gregorini. La Gregorini sosteneva che elementi del suo film “La verità su Emanuel” fossero stati copiati nella serie di Apple TV+. Dopo un processo di sette giorni, i giurati hanno concluso che non c’era stata alcuna violazione, sottolineando che l’accusa era un malinteso. Shyamalan ha insistito sulla sua intenzione di creare opere originali e ha citato riferimenti storici nel cinema per difendere la sua visione artistica.
- Assoluzione di M. Night Shyamalan: la giuria dichiara che non c’è stato plagio nella serie “Servant”.
- Richiesta di risarcimento danni: Francesca Gregorini chiedeva 81 milioni come risarcimento per presunti furti creativi.
- Difesa di Shyamalan: il regista sottolinea che si trattava di un malinteso e sostiene la propria originalità artistica.
Il caso tra M. Night Shyamalan e “Servant”: nessun plagio accertato
Recentemente, il regista M. Night Shyamalan e il suo team di autori sono stati scagionati dalle accuse di plagio relative alla serie “Servant”. Questa decisione, presa in modo unanime da una giuria, ha messo fine a un caso legale che ha attirato l’attenzione dei media e del pubblico.
La controversia iniziale
L’accusa era stata sollevata dalla regista Francesca Gregorini, la quale sosteneva che la serie “Servant”, prodotta per Apple TV+, avesse copiato elementi significativi dal suo film “La verità su Emanuel”. Gregorini cercava un risarcimento danni pari a 81 milioni di dollari.

Il film di Gregorini: un’opera controversa
Il lungometraggio di Francesca Gregorini, uscito nel 2013, racconta la storia di una giovane babysitter che scopre una verità inquietante sulla figura materna. Inizialmente, la ragazza lavora per Linda, una madre che la tiene all’oscuro della presenza della figlia, rivelando poi che nella culla non c’è una neonata ma una bambola. Questa narrazione avvincente ha dato origine a dubbi sulle similitudini con “Servant”.
Il verdetto della giuria
Dopo un processo di sette giorni a Riverside, California, la giuria ha dichiarato innocente M. Night Shyamalan e il suo team. La testimonianza del regista si è rivelata cruciale, poiché ha affermato di non aver mai avuto conoscenza del film di Gregorini prima di iniziare a lavorare a “Servant”.
Le parole di Shyamalan
Durante la sua deposizione, M. Night Shyamalan ha enfatizzato che l’accusa non rappresentava la sua etica professionale: “Questa accusa è esattamente l’opposto di tutto quello che faccio e tutto quello che cerco di rappresentare.” Ha chiarito che non c’è stata alcuna intenzione di attingere ad altre opere per costruire la trama della serie.
Analisi delle sequenze contestate
Il filmmaker ha inoltre risposto a domande su specifiche scene che erano state citate come plagio. Ha fatto notare che momenti analoghi si possono rintracciare in numerose pellicole, compresi i classici di Alfred Hitchcock, sottolineando che situazioni come svenimenti non sono certo un’invenzione originale.
Conclusione
Il risultato di questo processo ha confermato che M. Night Shyamalan e il team di “Servant” non hanno plagiato il film “La verità su Emanuel”. La giuria, dopo aver visionato entrambi i lavori e ascoltato esperti, ha rilevato l’assenza di similitudini sufficienti per considerare sussistente un plagio. Questo caso evidenzia l’importanza di tutelare la creatività e l’originalità nelle opere artistiche.